21 ottobre 2014


 ATAC, RAPPORTO CHOC: ESCALATION DI VIOLENZA NEL TRASPORTO PUBBLICO 

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Luigi Gabriele, FederSicurezza: necessarie guardie armate sugli autobus

Sono ben 91 gli episodi di violenza registrati, solo nei primi sei mesi del 2014, a danno del personale Atac in servizio. Una cifra che quasi “doppia” le 58 denunce relative al 2013, e che fa il paio con i dati relativi alle aggressioni ai clienti e al patrimonio, in aumento, anche queste, con una crescita stimata attorno al 60-70% rispetto al 2013. Il dossier Atac arriva in Campidoglio all’apice di una escalation di episodi di violenza, che, dai fatti di Corcolle dello scorso mese fino alla recentissimo lancio di sassi contro i vetri di un bus a Tor Tre Teste, continua a rendere la Capitale protagonista indiscussa di un susseguirsi di tensioni, minacce e aggressioni a bordo dei mezzi pubblici, in una progressione che non accenna a placarsi.

L’avv. Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza, Federazione del settore della Vigilanza e Sicurezza Privata, oggi come allora, ribadisce la necessità di  sopperire all’assodato deficit di sicurezza pubblica con l’ausilio di guardie giurate armate sugli autobus, quanto meno nelle ore di buio e sulle linee considerate più a rischio.

Un vigilante armato – spiega Gabriele – è certamente un deterrente efficace. La carenza di risorse assegnate alle Forze dell’Ordine, purtroppo, finisce sempre più spesso con il tradursi in un percepito stato di insicurezza e abbandono da parte di cittadini e lavoratori. Una situazione – prosegue Gabriele – alla quale riteniamo, con oltre 8.000 guardie giurate attive solo sul territorio di Roma, di poter fornire un importante contributo per far fronte alle emergenti esigenze di sicurezza della collettività. Ribadiamo la pronta e positiva risposta degli operatori del nostro settore, e – conclude Gabriele – a chi intendesse sollevare l’obiezione “costi”, rispondiamo serenamente che una guardia giurata “costa” 18 euro l’ora: una cifra ben più che sostenibile se rapportata agli attuali costi sociali e materiali dell’insicurezza”.