05 luglio 2017


 Tribunale di Milano, la vigilanza torna ai Carabinieri? 

Gabriele, FederSicurezza: rispettiamo ogni decisione, ma chiediamo che vengano restituite alle nostre guardie giurate competenza esclusiva e soprattutto dignità

L’appalto per la sorveglianza del Palazzo di Giustizia di Milano non sarà rinnovato: di conseguenza, pare che il controllo degli ingressi del Tribunale tornerà, come è stato fino alla fine degli anni ‘90, in capo ai militari dell’Arma dei Carabinieri.

“Il nostro intervento a commento della scelta di ritirare il “patentino” per la sorveglianza del Palazzo di Giustizia di Milano alla vigilanza privata - dichiara Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza -, per restituirlo, almeno così pare, con un salto indietro pluridecennale, all’Arma dei Carabinieri, è frutto di una riflessione più che ponderata: rispettiamo doverosamente l’autorità e l’autorevolezza della decisione, ma non possiamo esimerci dal porci una serie di domande.

Primo fra tutti, sia pur senza voler fare i conti in tasca a nessuno, ci chiediamo dove l’Arma, in un momento di carenza endemica tanto di fondi quanto di personale, oltre che di super impegno su molteplici fronti, riuscirebbe a trovare le risorse per far fronte anche all’espletamento del servizio di sorveglianza del Tribunale di Milano.

Non possiamo poi non nutrire qualche perplessità su come e quanto i noti “fatti” che hanno portato alla decisione in commento siano stati oggetto di attenta valutazione. Ci riferiamo in particolare al “chi” ha causato “cosa”: chi è stato ad “aprire i cancelli” e a consentire l’accesso a servizi di tale delicatezza a personale non propriamente “dedicato”, e ancor più chi ha scelto di perseguire la strada in discesa e “scivolosa” del massimo ribasso.

Domande a dir poco retoriche - chiarisce Gabriele -, su cui ci siamo già espressi a suo tempo e le cui risposte sono ben note a tutti i conoscitori del settore.

Quello che vogliamo realmente sapere è perché, e siamo alle solite, debba essere la parte valida e formata della categoria a subire le conseguenze di discutibili atteggiamenti e conseguenti letture “distorte” dei fatti. Perché non possiamo tornare a far guidare la “macchina” a chi ha la “patente” idonea per farlo, invece di elargire valore a presunti “fogli rosa” di antica memoria per poi ritirarli solo all’occorrenza?

Chiediamo - conclude Gabriele - che alle nostre guardie giurate - plurititolate, ipercontrollate e perfettamente idonee allo svolgimento dei servizi in questione - e agli Istituti dai quali le stesse dipendono venga restituita la competenza esclusiva alla sorveglianza nei Tribunali e la dovuta dignità”.

 

A.G.