29 maggio 2020


 Federsicurezza e assistenti civici: lettera al Governo 

Cortese attenzione

Egregio Signor Presidente del Consiglio dei Ministri

Prof. Giuseppe Conte

e pc

Ministro per gli affari regionali e le autonomie Dr. Francesco Boccia

Ministra dell'interno Dr.ssa Luciana Lamorgese

Ministro della difesa Dr. Lorenzo Guerini

Ministra del lavoro e delle politiche sociali Dr.ssa Nunzia Catalfo

Capo Dipartimento della Protezione Civile Dr. Angelo Borrelli

loro sedi


 

Oggetto: iniziativa “assistenti civici”

Federsicurezza, Federazione del Settore della Vigilanza e Sicurezza Privata aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, osserva con molta preoccupazione la proposta del Ministro Francesco Boccia di reclutare 60.000 “assistenti civici” con funzioni di verifica del rispetto del social distancing, dell’uso di mascherine e del divieto di assembramento in strade, piazze, spiagge e luoghi della “movida”.

Su tale progetto hanno espresso contrarietà non solo le forze di opposizione, ma anche alcune voci di Governo. I due Ministri direttamente interessati, Luciana Lamorgese e Lorenzo Guerini, hanno immediatamente preso le distanze, dichiarando di non essere neppure stati informati dell’iniziativa. Il Premier Giuseppe Conte – a quanto è dato apprendere – avrebbe dato il via libera al progetto solo dopo lunga opera di mediazione, assicurando che i volontari non saranno incaricati di pubblico servizio, quindi non svolgeranno funzioni di polizia.

Federsicurezza, che rappresenta circa 700 aziende che occupano oltre 55.000 addetti, con un fatturato annuo superiore ai 3 miliardi di euro, esprime il massimo dissenso verso questa proposta. Il Ministro Boccia dimentica infatti che esistono già figure opportunamente preparate, selezionate, formate, certificate e decretate per svolgere queste peculiari e delicatissime funzioni.

I lavoratori del comparto sicurezza privata (guardie giurate, addetti alla vigilanza disarmata, addetti ai servizi di controllo, steward) sono preparati appositamente per gestire e assicurare il corretto flusso di avventori nei supermercati, negli esercizi pubblici, negli ospedali, ma anche in porti, aeroporti, stazioni ferroviarie. Parliamo di operatori formati, addestrati, capaci di raffreddare situazioni critiche e di tensione, consapevoli – per citarne una – delle normativa privacy e chiaramente riconoscibili con cartellino e divisa (non con una pettorina prêt-à-porter).

Non sarebbe più utile consolidare i posti di lavoro – o meglio costruire nuovi posti di lavoro permanenti nel settore della sicurezza privata, creando nuovi mercati per settori che sono stati fortemente colpiti – piuttosto che far lavorare chi già percepisce un reddito, per giunta temporaneo?

E a poco vale la rassicurazione che i volontari non svolgeranno funzioni di polizia: si ricorda che nemmeno gli operatori della sicurezza privata (neppure chi detiene la qualifica di incaricato di Pubblico Servizio) svolgono funzioni di polizia, che restano di esclusivo appannaggio delle FF.OO.

Affidare funzioni di sicurezza a volontari pone peraltro una serie di interrogativi pratici:

  • chi selezionerà e verificherà le credenziali di questi volontari?
  • chi formerà questi volontari, e chi formerà i loro stessi formatori?
  • con quali risorse verrà somministrata tale formazione?
  • con quali tempi, visto che al 3 Giugno mancano 4 giorni lavorativi?
  • con quali garanzie di sicurezza per i volontari e la cittadinanza tutta?
  • con quale capacità di gestire o raffreddare eventuali criticità?
  • con quale titoli per chiedere il grado di parentela o di intimità ad altri cittadini?

Spiace esser costretti a rammentare che la sicurezza è materia che non si può improvvisare.

E’ materia delicatissima, di rilevanza primaria, che in questa pandemia ha mostrato la sua valenza anche in termini sanitari, rendendosi visibile ad una massa che ha chiamato “eroi” i nostri operatori.

I volontari, sia beninteso, rappresentano un bene prezioso ed il loro contributo alla società civile rappresenta un valore altissimo da preservare, ma la sicurezza deve restare appannaggio delle forze dell’ordine e dei privati che fanno da sempre questo mestiere, armati e non, ma sempre con un titolo professionale ed una formazione specifica.

Per esporre nel dettaglio le nostre posizioni e le nostre proposte, chiediamo che venga convocato con la massima urgenza un tavolo di confronto con gli stakeholders di questo comparto, ritenuto per decreto “essenziale”.

Alcune nostre imprese sono stremate dal lockdown e non esiteranno a scendere in piazza, nel dovuto rispetto delle distanze prescritte, se il progetto dei 60.000 “assistenti civici” verrà confermati. Dateci la possibilità di lavorare: fate fare la sicurezza a chi la fa da sempre di mestiere.

Con stima ed in attesa di urgente riscontro

Gianni Baratta,
Vice Presidente di Federsicurezza