17 dicembre 2015


 FederSicurezza e l’“altra vigilanza” a Firenze: sussidiarietà, sinergia e filiera 

Per il Presidente Gabriele “senza di noi la sicurezza non c’è. Si faccia chiarezza sul ruolo della vigilanza privata non armata, per un filiera che possa garantire sicurezza a 360 gradi”

Il 2015 di FederSicurezza si chiude con un grande successo a Firenze, nella prestigiosa cornice dell’Hotel Baglioni, dove martedì 15 dicembre si è tenuto il convegno, organizzato insieme a Confcommercio Toscana, sul mondo dell’“altra vigilanza”, i servizi di sicurezza non armata, per fare il punto su attualità, prospettive e auspicabili rafforzamenti del sistema di rappresentatività di un comparto che oggi, in Italia, conta oltre 100.000 addetti, frutto di una crescita esponenziale che negli ultimi anni è arrivata a ribaltare l’originario rapporto tra vigilanza armata e non.

Ha aperto i lavori Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio, per il quale “sicurezza e legalità sono un binomio inscindibile rispetto alle dinamiche economiche del Paese. Un Paese “iper-normato” il nostro, in cui mancano tuttavia controlli cogenti e una deterrenza vera, e in cui si fa ancora troppo poco per contrastare la microcriminalità”. Per Rivolta, che ha espresso l’orgoglio della confederazione per l’appartenenza di FederSicurezza alla “grande famiglia” di Confcommercio, “serve un rapporto più forte e sinergico tra pubblico e privato, perché da solo lo Stato non può pretendere di dare risposta a tutto e tutti. I privati sono pronti a fare la loro parte, ma nell'ambito di un principio di sussidiarietà vera, come soggetti da aiutare e non da vessare”.

“Sussidiarietà” riconosciuta come “parola chiave” anche da Vincenzo Ceccarelli, assessore alle infrastrutture, mobilità, urbanistica e politiche abitative della Regione Toscana, che ha condiviso l’importanza di  “sicurezza e legalità” come "fattori di forte sviluppo anche per il trasporto pubblico locale, specialmente nel contesto di crescente insicurezza che affligge gli utenti di autobus e treni nel capoluogo toscano. Serve un’azione di lobby moderna e trasparente – ha affermato l’assessore – per individuare una necessaria forma di collaborazione tra forze dell’ordine statali e sicurezza privata, non solo a livello di vigilanza ma anche di mediazione culturale, ampliando il campo a nuovi profili professionali”.

Dalla sicurezza sui mezzi pubblici si è poi passati a quella nei locali notturni, una vera “priorità” per Antonio Flamini, vicepresidente vicario nazionale del SILB – associazione italiana imprese di intrattenimento di ballo e di spettacolo, che, in un settore “che fattura tanto quanto il settore agricolo”, ha ribadito come gli addetti alla sicurezza siano “fondamentali per una vita notturna di qualità”.

“Il modello di sicurezza italiano va ripensato”, ha asserito Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana nonché incaricata per la legalità e la sicurezza nell'ambito della Giunta nazionale di Confcommercio, traendo spunto dai dati della ricerca GFK Eurisko in base ai quali un terzo delle imprese dichiara un peggioramento generale dei propri livelli di sicurezza. “Un dato che non si può ignorare”, sostiene la Lapini, specialmente in un momento storico in cui, anche alla luce dell’allarme terrorismo, le forze dell’ordine sono assorbite su più fronti e scontano una forte carenza di uomini e risorse, e che richiede “un ripensamento dei modelli, come sostiene da tempo FederSicurezza, più vicino alle medie europee, delegando ai privati quelle funzioni che non hanno una tassativa necessità di essere svolte dalla pubblica sicurezza. E' necessario fare sinergia fra le categorie, gli operatori del settore, le amministrazioni locali, le forze dell'ordine e le istituzioni nazionali. Le imprese – ha aggiunto – sono le prime a riconoscere il valore e l’utilità del ricorso alla sicurezza privata o complementare. Non sarà un caso se il convegno odierno si svolge proprio qui a Firenze, dove il 48% delle imprese – il 40% in Toscana – ha scelto di ricorrere alla vigilanza privata, con una percentuale doppia rispetto al resto d’Italia”“Confcommercio – ha concluso –, tra le altre cose, si sta battendo affinché il rating di legalità, strumento importante per agevolare le imprese meritevoli nell'accesso al credito e ai finanziamenti pubblici, possa essere richiesto anche dalle imprese con un fatturato inferiore ai 2mln di euro l'anno”.

Toni accesi per l’intervento di Aldo Cursano, presidente FIPE Toscana, federazione italiana pubblici esercizi, che chiede “una risposta veloce all’aumento dell’insicurezza e alla diminuzione delle risorse per le forze dell’ordine”, per non essere costretti ad “assistere da testimoni impotenti ad un modello di sicurezza che non risponde più allo scenario attuale”. “La sicurezza per noi è un valore economico. Siamo per un modello discreto – ha detto Cursano – che tuteli concretamente le nostre imprese, e molto favorevoli a figure “ponte” tra cittadino e forze dell’ordine che ci consentano di vivere e prosperare in sicurezza”.

Largo poi ai giovani di Confcommercio, con Simona Petrozzi, presidente dei Giovani Imprenditori Confcommercio Toscana, che ha definito la legalità come “il migliore investimento che si possa fare, una forma di innovazione sociale che parta proprio dai giovani”, e Francesco Mereu, presidente dei Giovani Imprenditori Confcommercio Firenze, che ha illustrato il “modello fiorentino” adottato dal 2014 per una sicurezza integrata ed inclusiva in città, per “consentire ai pubblici esercizi di fruire in forma associata dei servizi di sicurezza privata non armata ex art. 134 del Tulps”. Anche Mereu ha parlato di figure “ponte”, in grado di agevolare un intervento più efficace e mirato delle forze dell’ordine sul territorio. “Figure professionali, spesso anche di origine ed esperienza straniera, in un’ottica moderna di mediazione culturale importante per la sicurezza partecipata, che richiedono dignità e riconoscimento: un’occasione importante – ha concluso – sia per il nostro comparto che FederSicurezza”.

Pietro Ianni, vicepresidente di Più Servizi, associazione di categoria dei servizi integrati aderente a FederSicurezza, ha precisato che “il nostro settore non è semplicisticamente quello dei cd. portieri, ma dei servizi integrati a quelli delle altri imprese, fondamentali nella sicurezza privata moderna, in cui la guardia particolare giurata, per la legge italiana, è una figura di sicurezza passiva a tutela del solo patrimonio, senza status giuridico per intervenire”. “Anche per questo siamo in linea con FederSicurezza – ha aggiunto – per un rinnovo contrattuale rispondente alle esigenze attuali e concrete di lavoratori e imprese”.

Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza, ha chiuso i lavori esprimendo soddisfazione per la partecipazione e il forte interesse dimostrato tanto dagli ospiti quanto dalla platea del convegno, e soprattutto per aver riscontrato come si stia finalmente cominciando a capire che “siamo un segmento indispensabile: senza di noi la sicurezza non c’蔓Siamo l’unica realtà italiana che rappresenta il settore in Europa, all’interno di CoESS, la Confederazione Europea dei Servizi di Sicurezza. Gli altri Paesi, diversamente da noi, sono presenti con realtà che rappresentano l’intera filiera della sicurezza: è questa la strada che vogliamo percorrere, mettendo insieme i vari “pezzi” di un sistema sicurezza che le forze dell’ordine non sono più in grado di coprire a 360 gradi, ciascuno con il proprio contributo in termini di rappresentatività, professionalità e valore aggiunto, per far sì che i cittadini possano sentirsi al sicuro. Chiediamo che si faccia finalmente chiarezza sul ruolo della vigilanza privata non armata, e cogliamo l’occasione per annunciare che nel 2016 tenteremo la prima sperimentazione su territorio regionale, con la costituzione di FederSicurezza Toscana. Se non ci innoviamo – ha concluso –  e non provochiamo, non andiamo da nessuna parte”.

 

A.G.