17 maggio 2022


 Vigilanza Privata: tra sciopero, Covid e guerra. Intervista al Presidente Gabriele 

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Vigilanza Privata Online intervista il Presidente di ConFederSicurezza Luigi Gabriele

Due anni di Covid, poi la crisi dei componenti, i rincari energetici e delle materie prime e una guerra come ciliegina sulla torta. Problemi che si sommano a questioni vecchie e mai risolte come il rinnovo di un CCNL che non arriva mai, e che ha portato il settore a scioperare per l’ennesima volta, o come all’uso e abuso di volontari anche in manifestazioni enormi come l’Eurovision. Il settore security e vigilanza privata si dibatte in questo scenario, dai contorni sempre più fluidi. Ne parliamo con Luigi Gabriele, Presidente di Confedersicurezza e servizi.
PS A chi non la conosce, consigliamo la lettura del poema If, di Rudyard Kipling.

C’è appena stato uno sciopero per il mancato rinnovo del CCNL: qual è la situazione? Si intravvedono schiarite?

Lo sciopero ritengo fosse un atto dovuto, comunque legittimo. Sull’esito dello stesso, come sempre, le valutazioni sono discordanti, mentre il corteo oggettivamente è ben riuscito, ne va dato atto. Se la rottura fosse intervenuta prima, lo dico con totale onestà intellettuale, sarebbe stato meglio. Se azioni incisive delle rappresentanze sindacali fossero state poste in essere prima, sarebbe stato meglio. Se tutti avessimo avuto la capacità di essere più realisti sarebbe stato meglio. Se avessimo riflettuto di più sull’utilità di soluzioni intermedie propedeutiche a ricomposizioni organiche di un puzzle tanto difficile quanto scomposto, sarebbe stato meglio. Tutti questi se non fanno “If ” ed io non sono Rudyard Kipling…né posso definire figli quelli ai quali mi rivolgerei – semmai, ahimè, nipoti! Da ostinato ottimista, però, non vedo mai troppe nuvole all’orizzonte, scorgo sempre un sia pur tiepido sole. Mai pensare di abbandonare: semmai riprogrammare le tavole di tiro e valutare bene e con sano, anche se prosaico, realismo gli obiettivi da mirare e da – possibilmente – cogliere e non fallare. Fare sintesi dell’esistente platea contrattuale continuando a porre la leadership come obiettivo. Capire e coniugare le prosaiche esigenze reciproche, di tasca e bilancio, non eliminare regolamentazioni pur valide solo per pulizia etnica, vista la ragionevolmente miglior fattura dell’una rispetto all’altra, ma utilizzarle strumentalmente in integrazione dell’una con l’altra nella giusta cadenza temporale di progressivo adattamento ed avvicinamento alla soglia della liceità. Ed altro ancora, ma non in un cinodromo, rincorrendo la “lepre di pezza” della classificazione unica…

Dopo due anni di Covid, la guerra. Come e in che misura questi fenomeni hanno cambiato (e potranno cambiare) il mercato della vigilanza?

Questa guerra, questa strana guerra, che noi, senza volercene accorgere, combattiamo per lascito ereditario in vita accettato senza il “beneficio d’inventario”, non potrà non avere effetti anche su noi poveri paria di mercato. Credo però che la domanda sia meglio rivolgerla a chi ancora riesce a praticare il nobile ma ormai elitario sport del trasporto valori. La storica guerra al contante, accentuata dall’era Covid nella quale il denaro venne additato come vettore di contagio, ha infatti messo in ginocchio il trasporto valori. Il limite ai prelievi bancomat giornalieri sarà probabilmente dimezzato dal 2023, gli ATM verranno drasticamente ridotti e in generale si trasporterà sempre meno contante. Lo stesso contante che, assieme all’oro, è considerato l’unica vera valuta spendibile in tempi di guerra – per di più ibrida, quindi capacissima di penetrare le reti dove circola la moneta digitale. Questa situazione potrebbe quindi cambiare le prospettive per il trasporto valori?

Confedersicurezza è l’unica forma di rappresentanza italiana del settore sul piano europeo. Dal vostro osservatorio privilegiato, cosa ci distingue, nel bene e nel male, dai colleghi UE?

Bruxelles, così sinteticamente indicando gli stati europei cugini nell’esercizio della nostra nobile arte, ammira la nostra cultura giuridica, stenta a comprendere i nostri bizantinismi ministeriali, non tenta di emanare atti viziati di incostituzionalità …e soprattutto non capisce perché delle fatture per prestazioni rese possano essere pagate anche oltre i centottanta giorni fine mese! E’ un privilegio osservare questo? Può anche essere, ma io, per limiti di età superati, ho già miopia e presbiopia in atto.

Mi suggerisce la prossima persona da intervistare e perché?

Ecco il mio consiglio: intervisti gli organi di governo dell’Associazione Nazionale Imprese (ANI) di Sicurezza emanata da Confimprese, il nuovo che avanza. Non trascurando le OO.SS, naturalmente.